Diritti quando si viene arrestato per droghe - Roma Milano Napoli Torino Palermo Genova Bologna Firenze Bari Catania Venezia Verona Messina Padova Trieste Taranto Brescia Parma Prato
Art. 73 comma 1 d.P.R. n. 309/1990 - "Produzione illegale, traffico e detenzione di stupefacenti o sostanze psicotrope" - che, a seguito dell'intervento della Corte costituzionale con sentenza n. 32/2014, è tornato a prevedere sanzioni differenziate e più severe in caso di condotta che prevede l'uso di stupefacenti classificati come droghe pesanti, come nel testo del preambolo all'intervento artistico. 4bis D.L. n. 272/2005, convertito con modificazioni con L. n. 49/2006.
Legge n. 49/2006 aveva presentato tutte le attività di coltivazione, produzione, produzione, estrazione, raffinazione, vendita, offerta o vendita, vendita, distribuzione, commercio, trasporto, approvvigionamento per conto terzi, spedizione, transito o spedizione in transito, consegna per qualsiasi a scopo di stupefacenti o sostanze psicotrope, senza distinzione tra droghe leggere e droghe pesanti, reclusione da 6 a 20 anni e ammenda da 26.000 a 260.000 euro.
La dichiarazione di illegittimità costituzionale del 2014 ha comportato l'esclusione di tali modifiche, introdotte durante la conversione in legge n. 49/2006, e il ripristino della struttura repressiva originaria di dPR n. 309/1990, con un duplice effetto: favorevole per i casi penali relativi ai farmaci c.d. da leggere, perché le sanzioni del 1990 erano lente rispetto a quelle introdotte nel 2006; sfavorevole per ipotesi di droghe pesanti, che, tuttavia, erano più acute erano le sanzioni del 1990.
Le istituzioni che prendono le decisioni chi sono?
Il Comitato ha il compito di affrontare e promuovere la politica generale di prevenzione e intervento contro la produzione e la diffusione illecite di stupefacenti o sostanze psicotrope, sia internamente che a livello internazionale.
Alla Presidenza del Consiglio dei Ministri - Dipartimento nazionale per le politiche sulle droghe è stato istituito un Osservatorio permanente per verificare l'andamento del fenomeno delle tossicodipendenze, secondo le disposizioni del paragrafo 8. Il Ministro per la Solidarietà Sociale regola, con il proprio decreto, l'organizzazione e il funzionamento dell'Osservatorio in modo da assicurare l'esecuzione delle funzioni di cui all'articolo 127, paragrafo 2. Il Comitato impiegherà l'Osservatorio permanente.
L'Osservatorio, anche utilizzando le prefetture e le amministrazioni locali, può richiedere ulteriori informazioni da qualsiasi stato o amministrazione regionale che è tenuto a fornirle, ad eccezione di quelle che potrebbero violare il diritto all'anonimato.
Come influenza l'avvocato?
È stato quindi spesso sostenuto che perdere la causa non significa automaticamente responsabilità, e questo è certamente vero, ma in una certa misura: se l'avvocato commette l'errore di garantire un risultato, quando il risultato non è automatico , risponde anche al risultato che non ha ottenuto senza nemmeno commettere un errore.
In breve, si potrebbe dire, per semplificare, che nessuno può essere ingannato con promesse vaghe, e chi li paga anche se il fallimento non dipende dal suo errore.
Per richiedere il risarcimento al tuo avvocato, devi indicare qual è stato il risultato negativo (ad esempio, perdere la causa), identificare un legame tra un avvocato e un risultato negativo, e allora sarà per l'avvocato a dimostrare che il suo errore, se commesso, non ha comportato la perdita del caso.
Cosa dice la legge?
Sezione VI della Corte di Cassazione, ritenendo che debba condividere tali asserzioni e quindi dover inquadrare adeguatamente il caso specifico in caso di reato di cui all'art. 73, comma 1, dubitava della legalità delle previsioni di previsione minime previste dallo standard de qua.
Dato che il legislatore ha il monopolio nelle scelte di politica criminale (il principio dello stato di diritto), a nessun'altra persona dovrebbe essere permesso di esercitare sostanzialmente la funzione normativa in quella materia. Di conseguenza, dovrebbe essere escluso il controllo costituzionale sul diritto penale con effetti collaterali.
Con grande sforzo, la cassazione afferma di condividere gli atteggiamenti presi dalla Consultazione con la sentenza n. 394/2006, che vieta la distinzione tra sentenze in Malam Partem e decisioni di debito autorizzate: la prima deriva da interferenze manipolative da parte della Corte costituzionale sul testo della legge, con analoga estensione del reato o sanzione penale a ipotesi o soggetti non contemplati o recuperabili mediante interpretazione estensiva, in violazione dell'art. 25 Costo; quest'ultimo, invece, sarebbe il risultato del legittimo esercizio del potere riconosciuto dalla Consulta della Carta costituzionale, ovvero di verificare il rispetto della costituzione di leggi e atti con forza di legge, decreti legislativi e decreti legislativi, ai sensi dell'art. 134 costo.
È fuor di dubbio che le leggi di favore non possono essere sottratte al sindacato di legittimità della Corte costituzionale, perché sarebbe paradossale che il legislatore sarebbe tenuto a legiferare in conformità con la Carta costituzionale solo quando introdurrà regole di incriminazione o prevedere un trattamento sanzionatorio peggiore, senza alcun controllo o limitazione se intende legiferare in modo più favorevole.
Tuttavia, nel contesto delle regole di favore dovrebbe essere distinto tra rigide norme penali in senso stretto e regole generali di interesse generale.
Le conclusioni raggiunte non potevano quindi essere trasposte nel senso più ampio delle regole di favore in senso lato, poste l'una all'altra in una relazione diacronica, quando una serie di leggi penali intervenivano nel tempo, e il successivo procedimento penale.